Sono sempre di più gli studi e le ricerche a carattere internazionale che sottolineano i vantaggi dell’essere bilingue, sia per i bambini che per gli adulti.
In questo articolo approfondiremo meglio di cosa si tratta e vedremo insieme i risvolti del bilinguismo nel campo della pubblicità e dell’advertising.
Contrariamente a quanto si possa pensare, infatti, parlare due o più lingue non attiene solo alla sfera comunicativa ed espressiva, ma ha riflessi e risvolti di natura sociologica, cognitiva e psicologica.
Vantaggi e caratteristiche principali del bilinguismo
Essere bilingue, ossia avere la capacità di pensare, parlare e di esprimersi perfettamente in due lingue diverse, non da solamente vantaggi sotto un profilo comunicativo, accademico e professionale, ma offre numerosi vantaggi anche da un punto di vista psicologico e cognitivo.
Secondo molti studiosi, infatti, il cervello di un bambino bilingue sarebbe molto più stimolato rispetto a quello di un suo coetaneo che parla una sola lingua.
Questa maggiore stimolazione, porterebbe ad un miglioramento delle performance cognitive, sin dalla tenera età.
Studi scientifici dimostrano, infatti, che un bambino bilingue è in grado di sviluppare meglio anche altre abilità psicologiche, come la resistenza allo stress, la capacità di ragionamento, la velocità nel prendere decisioni e così via.
Un cervello di un bilingue è chiamato a separare cognitivamente due paradigmi comunicativi e cognitivi e deve essere in grado di attivare istantaneamente l’uno o l’altro linguaggio a seconda della circostanza e dell’interlocutore che si ha di fronte.
Ciò porta i bilingue ad avere, mediamente, anche maggiore capacità decisionale e a saper ragionare più velocemente e rapidamente rispetto ai monolingue.
Il bilinguismo nella pubblicità
Essere bilingue ha risvolti estremamente interessanti anche nel campo dell’advertising e della comunicazione pubblicitaria. Per capire meglio questo aspetto basta pensare a quanti annunci pubblicitari moderni si basano su doppi sensi e sui modi di dire: un inserzionista pubblicitario ha la possibilità di usare negli annunci la lingua dominante di un Paese, oppure quella della minoranza linguistica che rappresenta il suo target di riferimento.
Supponiamo, ad esempio, che un pubblicitario abbia come target la comunità spagnola che vive negli Stati Uniti, e che voglia pubblicizzare un cibo o un prodotto spagnolo.
Le possibilità a sua disposizione sono due: può utilizzare la lingua inglese, che rappresenta la lingua ufficiale e dominante negli Stati Uniti, oppure può inserire slogan e frasi in spagnolo in modo da raggiungere in maniera più diretta e incisiva il target di proprio interesse.
Gli studi di marketing pubblicitario più accreditati dimostrano come le pubblicità per bilingui più efficaci siano quelle realizzate nella lingua madre del target di riferimento e non nella lingua dominante del Paese in cui vivono.
Un brand alimentare che, ad esempio, sponsorizzi il Made in Italy in America e abbia come riferimento la comunità italiana, dovrà dunque prevedere l’uso dell’italiano e non dell’inglese per creare un maggior senso di coinvolgimento emotivo.
Il bilingue, in questo modo, sentirà la pubblicità come “pensata su misura per se stesso” e gli effetti in termini di spinta all’acquisto e fidelizzazione saranno inevitabilmente maggiori.